ˮI VETÄRE DE SAN GESÈPPEˮ dinde u pajèse e fóre i pòrte

Se il pomeriggio del 18 Marzo provate a girare per le suggestive stradine del paese vecchio di Termoli, vi sorprenderà il fitto via vai di gente che si reca a visitare “i vetäre de San Gesèppe”. Si rinnova, così, ogni anno il rito di una tradizione ormai fortemente radicata nel nostro territorio. Ciascuna famiglia riceve in dono “u San Gesèppe”, una minestra di grano, granturco, fave, fagioli, ceci e cicerchia bolliti e insaporiti col sale e un “pane”, precedentemente benedetti dal sacerdote, prima dell’apertura dell’altare alla visita. Il tutto come simbolo di abbondanza e fecondità.

Vincenzo Cicchino
Ricordo di essere nato tanti anni fa nel 1955, nel periodo che per me è il più bello dell’anno, quello natalizio.
Mi chiamo Vincenzo Cicchino e sono nato a Termoli.
La casa che, in quel tempo lontano, ospitava mia madre, mio padre e mio fratello, era molto modesta. Una camera, una tenda e 2 ambienti che oggi chiameremmo zona giorno e zona notte. Non c’era altro, solo il nome della strada: via Guglielmo Oberdan 24, proprio “sótte a mazze du castìlle” e tanta povertà intorno.
